La mosca da caccia è un artificiale spesso considerato troppo semplice e con un’importanza troppo relativa, non è così
In linea di massima una mosca da caccia dovrebbe seguire alcune regole:
La massa d’ombra
Per massa d’ombra intendo il profilo della mosca e quindi ciò che la trota può vedere. In acque che lo permettono cioè in quei posti caccia in cui l’acqua è meno mossa, l’ideale è una massa d’ombra di una mosca da pasto isolato, ben definita e quindi che dia un profilo immediatamente riconoscibile, mentre è evidente che pescando in caccia con tutta una situazione superficiale che insieme alla velocità dell’acqua rendono la vista dell’insetto meno nitida e netta, la massa d’ombra dovrà invece essere la più visibile possibile al fine da far immediatamente capire alla trota che si trova di fronte ad un qualcosa di commestibile. Da qui la validità in queste acque della taglia più grossa.
La tolleranza alle correnti
La tolleranza alle correnti è collegata a come è costruita la mosca e ai materiali con cui è assemblata e anche al bilanciamento dell’artificiale. Una mosca ben bilanciata e leggera, avrà una tolleranza ai contrasti dell’acqua maggiore rispetto ad un’altra che ha queste componenti insufficienti. Gli elementi che contraddistinguono il bilanciamento, sono i materiali morbidi o gli ami che non siano particolarmente pesanti.
Elasticità
Per elasticità intendo una mosca con una struttura che sia in grado di potersi adattare alle situazioni e quindi che possa avere quei margini di assestamento che sono poi anche molto importanti ai fini del dragaggio. Quindi una mosca ‘soft’, leggera e che si adatti bene alle correnti e non un artificiale particolarmente rigido.
E’ vero che mosche da caccia che hanno fatto la storia di questo tipo di artificiale come la 699 di Devaux, la Royal Wulf, la Panama, ecc. sono comunque sempre valide, ma non basta dargli il nome, debbono comunque possedere tutte quelle caratteristiche affinché in un posto caccia facciano pensare alla trota di essere in presenza di un qualcosa di commestibile. Oltre alle classiche mosche da caccia che conosciamo e che hanno sempre dato degli ottimi risultati, cominciamo a considerare anche il concetto della pesca in caccia non solamente basandoci sulla grandezza della mosca, sulla galleggiabilità e soprattutto sull’errato concetto che la trota di acque mosse essendo di bocca buona possa salire su tutto quello che le passa sopra.
Tirando le somme quindi diciamo che come regola si può seguire quella che dice che in torrente l’artificiale da caccia più idoneo è, in acque mosse quello che sia più visibile alla trota e quindi con una taglia generosa che regga bene l’acqua e che abbia un profilo che faccia scattare la reazione della trota, mentre in situazioni ideali, cioè in posti caccia con acque meno increspate, quello più piccolo che riesce a galleggiare bene e che ha un profilo il più vicino possibile ad un insetto che sia fuori schiusa possibilmente non un’effimera, possibilmente una imitazione di tricottero o in casi particolari, di plecottero. Non ultimo, non dimentichiamoci mai che il tutto comunque deve essere inserito in quel contesto delle cinque regole che sono poi la base di tutta la pesca a mosca secca.