Lungo le rive del fiume

Ho deciso di scrivere questo libro quando mi sono reso conto che la concezione della pesca a mosca che ha la mia generazione e quelle precedenti, stava per essere messa in una sorta di dimenticatoio, una camera che stava per essere chiusa e forse mai riaperta. Ormai la pesca a mosca aveva preso una via che non si rispecchiava più con il detto – da una parte ci sono tutte le tecniche di pesca e da un’altra c’è la pesca a mosca- , sottolineando con questo che la nostra tecnica è qualcosa di diverso, di particolare e di unico.
Oggi molti iniziano a pescare direttamente con la mosca, altri invece ci si accostano pensandola non più come grande, ultima e quasi irraggiungibile meta, ma come un’altra tecnica per prendere pesci.”Questo non è il solito libro sulla pesca a mosca, semplicemente è un’analisi approfondita, tramite i ricordi di un pescatore a mosca, della mutazione, nel tempo, di quella filosofia legata alle origini del nostro modo di pescare.La lettura di un’autobiografia è sempre un’esperienza di vita. E per esperienza di vita intendo la comprensione piena e profonda dei due termini: esperienza e vita. Si ripercorre letteralmente ogni momento della storia personale di un uomo. In questo caso specifico parliamo dell’esistenza di Massimo Magliocco, uno dei più noti pescatori a mosca del nostro paese nonché uno dei fautori dello stile italiano di lancio, del quale è uno degli esponenti di primissimo piano.L’autobiografia è anche un esercizio estremamente profondo (avete mai provato a tenere un diario?), si scava in se stessi tentando di fare emergere al meglio il proprio vissuto con estrema sincerità: nelle 209 pagine di questo libro, Magliocco è riuscito nell’intento di riportarci indietro nel tempo, quando il pescatore a mosca era una “mosca bianca”, dotato di un profondo rispetto per la natura, e dotato di un’etica particolare.Il quesito che non tanto velatamente pone Magliocco è quello se per le nuove leve della pesca a mosca il saltare un’iniziazione a tale tecnica, simile al suo percorso di pescatore, non comporti un deficit non tanto dal punto di vista della tecnica, ma dal punto di vista dell’approccio al fiume inteso come disinteresse anche per la naturalezza ambientale.Secondo Magliocco, dall’alto della sua esperienza di istruttore di lancio, “molti vanno a fare un corso per capire cosa sia la pesca e non la pesca a mosca perché è la prima volta che prendono una canna in mano e questo è tutto dire”.E allora il ruolo importante dei corsi e poi dei club è: “spiegare a chi inizia, come ci si comporta in acqua ancor prima di come si lancia una coda, di come si costruisce una mosca poiché, anche se una persona è educata e gentile nei modi, non può sapere quali regole non scritte vigono sul fiume”.Si tratta di un libro scritto con il cuore e profondamente stimolante, nel quale Magliocco parla estesamente delle circostanze della sua crescita di pescatore a mosca, non tralasciando anche qualche passaggio tecnico a rafforzo dei suoi pensieri, e togliendosi anche un paio di sassolini dalla scarpa…..Dal punto di vista dello scrivente, mettere nero su bianco i propri pensieri è un esercizio catartico e liberatorio e in tal senso Magliocco è riuscito nel suo intento senza tediare il lettore.In definitiva un libro da consigliare per una lettura piacevole, colma di ricordi che accomunano scrittore e lettore.

Lungo le rive del fiume
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